Pol.g.a.i di Brescia: 1983

1°, 2°, 3°, 4° e 5° ciclo del corso di aggiornamento per Appuntati della P.S.; 68° corso di formazione per Commissari di P.S.; 32° corso Pol.g.a.i.

1° ciclo del corso di aggiornamento per Appuntati della P.S. 31 gennaio-12 febbraio 1983.

Il ciclo, propedeutico all’inquadramento nel ruolo dei sovraintendenti, vede la partecipazione di 455 appuntati suddivisi tra le scuole di Nettuno, Pescara e Brescia.

Ecco i 65 appuntati “bresciani”.

Piazzale Pol.g.a.i.: in borghese il Direttore Dott D’Onofrio e i Commissario Dott. Maione

2° ciclo del corso di aggiornamento per Appuntati della P.S. 16 febbraio-1° marzo 1983.

Il ciclo, propedeutico all’inquadramento nel ruolo dei sovraintendenti, vede la partecipazione di 145 appuntati suddivisi tra le scuole di Pescara e Brescia.

Ecco i 68 appuntati “bresciani”.

3° ciclo del corso di aggiornamento per Appuntati della P.S. 07-19 marzo 1983.

Il ciclo, propedeutico all’inquadramento nel ruolo dei sovraintendenti, vede la partecipazione di 238 appuntati suddivisi tra le scuole di Pescara, Brescia e il Centro addestramento Polfer di Bologna.

Ecco i 58 appuntati “bresciani”.

Aula Tribunale Pol.g.a.i.: in prima fila il Brigadiere Giannini, il Direttore Dott. D’Onofrio, il Commissario Maione ed il Maresciallo Comignano.

4° ciclo del corso di aggiornamento per Appuntati della P.S. 10-19 aprile 1983.

Il ciclo, propedeutico all’inquadramento nel ruolo dei sovraintendenti, vede, a Brescia, la partecipazione di 159 appuntati.

5° ciclo del corso di aggiornamento per Appuntati della P.S. 01-14 maggio 1983.

Il ciclo, propedeutico all’inquadramento nel ruolo dei sovraintendenti, vede, a Brescia, la partecipazione di 157 appuntati.

Il 20 giugno 1983 l’Agente Ausiliare Ducoli Davide si uccideva esplodendosi un colpo di pistola. Ducoli era giunto alla scuola, proveniente dal 3° Reparto Celere di Milano, il 20 maggio 1983.

68° corso di formazione per Commissari di P.S.: pratica di polizia giudiziaria. Giugno-Luglio 1983

Dopo alcuni mesi presso l’Istituto Superiore della Polizia di Stato di Roma, il primo giugno 1983, i 62 frequentatori del 68° corso di formazione per Vice Commissari di Polizia in prova giungono a Brescia, dove per sei settimane frequentano un corso pratico di polizia giudiziaria.

Eccoli in palestra a “combattere” corpo a corpo con i maestri.

Addestramento al tiro nel piazzale,

addestramento al tiro, in una giornata “invernale” sulle montagne di Breno (BS).

Perlustrazione e sopralluogo in elicottero. Partenza ed arrivo a Campo Marte, 100 metri dalla scuola Pol.g.a.i.

Trasporto in elicottero, atterraggio operativo sulle colline di Paitone(BS), rastrellamento e cattura “banditi”

Termine del corso, foto di gruppo e premiazioni.

Il citato corso si conclude a Roma il 13 agosto 1983 e dopo un periodo di congedo, il 5 settembre 1983, i nuovi commissari vengono assegnati ai vari reparti. Alla Pol.g.a.i. di Brescia giungono i commissari Farina Rosanna e Alcamo Morello.

Il loro giuramento davanti al Direttore della scuola Pol.g.a.i.

Il Dottor Alcamo, dopo un breve periodo alla scuola il 18 settembre 1985 è trasferito alla Questura di Brescia dove assume l’incarico di Vice Dirigente della Squadra Mobile. Tre mesi dopo, e precisamente il 16 dicembre 1985, nel corso di una operazione di Polizia giudiziaria, morirà annegando in un canale artificiale nei pressi di Artogne (BS).

32° corso di polizia giudiziaria, amministrativa ed investigativa. 20 luglio-20 dicembre 1983

Il 32° corso Pol.g.a.i, l’ultimo di tali corsi, vede la partecipazione di 154 agenti, di cui 142, provenienti dalle Scuola Allievi Agenti di Reggio Emilia, Bolzano e Caserta e 12 provenienti da reparti diversi. Su 139 idonei, 135 vanno ai reparti investigativi e 4 rimangono alla scuola.

Addestramento nella scuola.

Addestramento in collina: rastrellamento, irruzione, cattura latitanti.

Il polgaini giungono sul posto e bonificano il territorio.

Si organizzano e iniziano il rastrellamento.

Perlustrazione e cattura latitante.

Accerchiamento, conflitto a fuoco, cattura banditi.

Avvicinamento e irruzione in casolare.

Il personale del quadro permanente che ha organizzato e diretto le operazioni.

L’11 novembre 1983, una delegazione della polizia giapponese visita la scuola. Esibizioni dei Polgaini.

Fine corso e premiazioni.

Bilanci, riflessioni e speranze alla fine del 1983, in un articolo del quotidiano “Il Giorno” del 29 novembre 1983, a firma di Marco Sassano dal titolo CHI SONO I NUOVI POLIZIOTTI: si è avviata la scuola che sforna agenti qualificati.

Tre agenti di polizia romani, vent’anni a testa appena fuori dal commissariato si trasformavano in banditi: gli era andata bene per parecchi “colpi” finché alla fine di ottobre non hanno esagerato. Dopo aver rapinato con la pistola di ordinanza due anziane signorine si erano offerti, sicuri dell’impunità di collaborare alle indagini. Ma gli uomini della Squadra mobile è bastata qualche ora per smascherarli e arrestarli.

Chi sono dunque, in che modo vengono selezionati e addestrati i nuovi agenti di polizia? “Non si deve fare di ogni erba un fascio-commenta un anziano appuntato della Squadra mobile-. Si tratta di pecore nere, casi isolati che sono stati individuati e spediti di fronte al magistrato da altri agenti di PS. La nostra forza sta nel fatto che gli episodi simili diamo subito notizia all’opinione pubblica, al contrario di quanto fanno altri. Provate ad andare nel carcere di Peschiera e vedrete quanti Carabinieri e Guardie di Finanza vi sono rinchiusi senza che se ne sappia nulla.

Se il problema dei poliziotti-delinquenti è circoscritto e limitato, è invece centrale quello di un’adeguata preparazione umana e professionale. La polizia italiana, infatti, sta attraversando una delicata è difficile fase di transizione: da corpo di polizia militare, impegnato soprattutto in compiti di ordine pubblico, a polizia civile specializzata nella repressione dei reati.

Le giovani leve, che fino a ieri entravano con un reclutamento tipicamente militare, dovrebbero ora accedere con un pubblico concorso per titoli ed esami, al quale potranno partecipare anche le donne

“Per reclutare i giovani agenti -dice Angelo Giacobelli, segretario romano del Siulp, il sindacato unitario di polizia – la legge del 1981 parla chiaro: c’è l’obbligo di effettuare concorsi sulla base di una vera selezione e poi i corsi di formazione di dodici mesi presso le scuole, più sei mesi di tirocinio presso le questure. Tutto questo, però, è rimasto sulla carta.”

Un giovane agente del reparto “celere “con giubbotto antiproiettile e mitra in mano è fermo vicino una jeep blindata di fronte la sede del Partito socialista in via del Corso. “sono qui a fare il birillo -dice -, se qualcuno mi attacca farò del mio meglio. Mi hanno insegnato poche cose. Al poligono ci sono stato qualche ora, è passeranno più di due mesi prima che possa ritornarci. Sono poco allenato allo sforzo fisico e se dovessi correre dietro a un terrorista o a un delinquente dopo un po’ dovrei rinunciare”.

“il nodo sta tutto nella professionalità – commenta Francesco Farlo, colonnello di Ps e segretario nazionale del Siulp -. La legge antimafia ci permette di indagare anche nelle banche sui patrimoni facili. Ma per far questo bisogna avere del personale preparato in grado di capire quello che legge. Invece siamo allo zero assoluto. Il progetto della scuola interforze, ad esempio, si è perso nel nulla. È inutile che chi ci governa parli tanto di lotta al crimine organizzato se, quando si tocca il problema della professionalizzazione i nostri ministri si rifiutano di affrontarlo”.

Eppure passi avanti nella direzione di una polizia più efficiente e preparata si sono già fatti. Due esempi: l’attività dei Nocs divenuti famosi con la liberazione del generale Dozier, e l’azione delle squadre dei “Falchi” che a Roma, nel giro di cinque mesi, hanno più che dimezzato il numero dei furti d’auto portandoli da 4150 dell’ottobre 82 ai 1539 del mese scorso.

Rimane l’assurdo, sottolineano gli agenti del “113” romano di avere a disposizione solamente una quarantina di auto per turno contro le 500 di Parigi e le 200 di Amburgo. E che ne 44 commissariati della capitale lavorano solamente 2500 agenti e funzionari, mentre gli altri 12500 sono impiegati nella difesa di “posti fissi”: sedi politiche, ambasciate, scorte.

Aldilà dei problemi tecnici e di utilizzazione del personale, il discorso di fondo rimane quello della preparazione di un corpo di polizia che fu civile per un secolo, da Cavour alla fine del fascismo (con una sola parentesi durante la guerra civile che dilaniò il paese tra il 1919 e il 22), e venne militarizzato da Badoglio dopo il 25 luglio. Ascoltiamo dunque il responsabile istituzionale: il prefetto Antonino Ales, direttore generale delle scuole di polizia.

“La verità è che stiamo pagando dieci anni di oscurantismo- dice Ales- perché dal 69 alla fine degli anni settanta si cancellò la fase di preparazione degli agenti.

Prima di questo decennio negativo c’erano corsi di 12 mesi per gli allievi, più 9 mesi di scuola di specializzazione. Dal 69 invece, è rimasto soltanto un breve coso di 6 mesi, tutto incentrato sui problemi dell’ordine pubblico. Ecco perché adesso la polizia è piena di elementi che dobbiamo recuperare e riaddestrare”.

Il lavoro del prefetto Ales e della giovane equipe che lo affianca è particolarmente complesso: sono state raddoppiate le scuole di specializzazione, si sono rifatti tutti i testi, si sono ricostruite ex novo le scuole.

“Ora- spiega Ales- si incominciano a vedere i primi risultati. Duemila trecento appuntati hanno frequentato un complesso corso per divenire sovrintendenti. Erano entrati sfiduciati e scettici, ne sono usciti entusiasti. È un lavoro lungo e difficile il nostro, ma il capo della polizia Coronas ci ha forniti i mezzi, strumenti e uomini. Dal prossimo anno i nuovi agenti dovranno seguire il corso di 12 mesi molto intenso e moderno, sulle tecniche di intervento e di polizia giudiziaria. Dopo un periodo di apprendistato nei commissariati frequenteranno corsi di specializzazione semestrali. Altrettanto importante è il problema dell’aggiornamento e della preparazione degli agenti in servizio”

Per ottenere buoni risultati in questa direzione si sono già svolti con moderni criteri, in 23 corsi di polizia giudiziaria con 1500 partecipanti; 20 corsi di polizia stramaledir frontiera e ferroviaria con 2900 “alunni”;14 corsi per istruttori con 370 allievi. Quasi tremila agenti hanno poi frequentato le scuole di polizia per le specializzazioni nella “scientifica” e nei servizi di telecomunicazione informatica e motorizzazione.

Una complessa macchina si sta rimettendo in moto: per vederne i risultati saranno necessari anni, ma la riforma voluta dagli stessi agenti a preso a marciare. Forse una nuova polizia efficiente e moderna comincia a nascere.

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