Pol.g.a.i di Brescia: 1974-1975
16° corso Pol.g.a.i; 3° corso di polizia giudiziaria per vicebrigadieri di nuova nomina; 4° corso di polizia giudiziaria per allievi sottufficiali; 1°corso di addestramento per particolare servizio di polizia giudiziaria.
16° corso di specializzazione nei servizi di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa. 1 settembre 1974-4 luglio 1975
Dal Giornale di Brescia di sabato 12 aprile 1975
In Via Veneto, si addestrano le punte di diamante della polizia italiana. di Giuseppe Grangiotti
Scuola “Polgai”: Brescia prepara una polizia moderna ed efficiente.
La scuola, trasferita nella nostra città da Milano da poco più di un anno, è un compendio di funzionali attrezzature e di avanzati principi didattici. Gli allievi del 16° Corso hanno deciso di donare il sangue all’ospedale in segno di “affettuosa riconoscenza verso i bresciani”.
Da tempo si parla di una polizia realmente in grado di difendere i cittadini, sostenuta cioè da preparazione e mezzi tecnici adeguati agli scopi per i quali opera. È chiaro che in tempi moderni il poliziotto deve trovare scuole dove essere addestrato alle più moderne tecniche di lotta alla criminalità. Le scuole militari evocano spesso immagini stantie di luoghi di clausura dove agli allievi si cerca di inculcare regole di una disumana disciplina più che materia necessaria per plasmare uomini efficienti ed addestrati. Eppure, fra le tante lacune di un apparato burocratico statale farraginoso, esistono scuole di polizia che funzionano. Non è nemmeno necessario guardare tanto lontano per cercarle, perché una di esse è a casa nostra, qui a Brescia. Si tratta della Scuola di polizia giudiziaria, amministrativa e investigativa di Via Vittorio Veneto, dove in corsi della durata di nove mesi la “crema” delle guardie di P.S. di tutta Italia ricevono una moderna preparazione per i compiti che attenderanno gli allievi nelle Squadre Mobili, nella Criminalpol e nell’Interpol.
Alla Scuola Polgai non è facile accedere: si accettano solo volontari ed ogni corso comprende un centinaio di allievi. Quello attuale, il 16° è iniziato a settembre: prima di Pasqua è terminata la parte didattica ed ora, fino a fine aprile si svolgerà la fase pratica. Gli allievi sono 150 fra sottufficiali e guardie.
Il 1° settembre 1974 iniziava il 16° corso Pol.g.a.i.. I 106 frequentatori giungevano da diverse scuole allievi guardie dal 1° al 12 settembre 1979
L’11 gennaio 1975 iniziava il 3° corso di polizia giudiziaria riservato a 57 vicebrigadieri di nuova nomina giunti dalla scuola sottufficiali di Nettuno.
Per essi è in funzione un apparato del costo di centinaia di milioni. La scuola Polgai infatti è una scuola moderna e, oltre ad assicurare un ambiente confortevole, non trascura i mezzi didattici più avanzati. Come nelle altre due scuole consimili esistenti a Roma e a Palermo, qui a Brescia (dove la scuola è sorta da un anno raccogliendo l’eredità di quella di Milano) il ciclo didattico è di 8 ore al giorno, con larghi spazi alle tecniche professionali, alle materie giuridiche, alle lingue, al tiro, allo sport ed allo studio libero. I mezzi, come abbiamo detto, non mancano e in ognuna delle modernissime aule del complesso di Via Veneto si bada a che la realtà sia riprodotta il più fedelmente possibile. Si passa dalla centrale operativa corredata di radio, telescriventi, tabellone luminoso, all’Ufficio Questura, dove sono riprodotti tutti i servizi delle questure; dall’aula di dattilografia all’aula automobilistica, dove non solo si studia il codice della strada alla perfezione, ma si impara tutto sulle raffinate tecniche per contraffare le auto; dall’aula squadra mobile, un autentico museo di corpi di reato di ogni tipo, all’aula di difesa sociale, dove gli allievi seguono lezioni sull’infortunistica sul lavoro, sulle impronte digitali e sull’ecologia.
La scuola Pol.g.a.i di Brescia nel 1975:
via Vittorio Veneto nr°3, entrata principale della scuola e del Comando Gruppo delle Guardie di P.S. di Brescia. Notare la contestuale presenza della vecchia e nuova denominazione della scuola;
via Ludovico Pavoni nr° 4, entrata di servizio;
il piazzale interno;
l’ufficio del Direttore. Il mobilio, in radica, fu realizzato dal famoso architetto Gio Ponti a Milano nel 1965 per il primo Direttore Mario Nardone. Si dice che con gli stessi soldi ci si poteva comprare un piccolo appartamento. Ancora presente alla Pol.g.ai., dovrebbe stare in un museo.
uffici del quadro permanente e corridoi;
sala regia;
la palestra;
la mensa;
camerate e bagni;
barberia e infermeria;
bar e sala benessere;
armeria;
la centrale operativa;
le varie aule alcune delle quali dotate di vetrinette con all’interno importanti reperti.
il mitra del famigerato Luciano Lutring, soprannominato “Il solista del mitra” per la sua usanza di nascondere il fucile mitragliatore nella custodia di un violino.
La Scuola Polgai insegna anche tutto sugli stupefacenti e, a questo proposito ha iniziato un interessante esperimento spalancando le sue porte ai ragazzi di terza media delle scuole bresciane per periodici corsi divulgativi dei danni che i stupefacenti procurano all’organismo umano.
I ragazzi, al termine della lezione venivano muniti del seguente tesserino.
È un fatto che apre gli occhi sulla modernità dei principi che ispirano la scuola e il suo inserimento nella realtà cittadina. Mentre le scuole di ogni ordine e grado si dibattono fra tentativi di riforma sempre in ritardo sulle rinnovate esigenze didattiche, alla Scuola Polgai si dà spazio al lavoro di gruppo e alle attività di ricerca; il docente svolge soltanto un ruolo di moderatore. “Qui- soggiunge il dott. Antonino Ales, direttore della Scuola– non si danno voti, ma ogni allievo, dopo le interrogazioni, esprime il giudizio su sé stesso, valutando la propria preparazione”. “Un metodo che – prosegue il direttore – assicura ottimi risultati sul piano personale, anche perché non consente assolutamente agli allievi di barare”.
Ma la moderna figura del poliziotto richiede non solo preparazione tecnica e giuridica, ma anche buone doti di tiro ed efficienza fisica. Ecco allora l’attrezzatissima palestra dove si imparano tecniche di difesa personale sotto la guida di istruttori eccezionali e dove si apprende su sagome particolari a sparare in modo da mettere l’avversario solo in condizioni di non nuocere. Le lezioni di tiro sono poi sviluppate al poligono di Mompiano ed in un altro in galleria in Valtrompia.
La Scuola Polgai non è solo un insieme di raffinate attrezzature didattiche (ovunque vi è il collegamento TV a circuito chiuso e l’uso degli audiovisivi e dei film di settore è pane di tutti i giorni), ma è un complesso moderno in tutti i sensi. Fra i settemila volumi della biblioteca si trovano opere di tutti i generi, in giro per la Scuola non è difficile rintracciare copie della rivista “ORDINE PUBBLICO”, di questi tempi tanto aborrita. “Gli allievi – afferma il direttore – sono liberi di leggere e di fare quel che vogliono. La nostra forza sta nell’essere aperti, come può accadere solo ad una polizia democratica come è in realtà.”
La rivista “Ordine Pubblico” fu fondata nel 1951 da Camilleri Carmelo, ex funzionario della Pubblica Sicurezza dal 1919 al 1928, cugino del padre dello scrittore Andrea Camilleri, che quest’ultimo chiamava zio Carmelo e al quale ha dichiarato essersi ispirato per creare il personaggio del Commissario Montalbano. Camilleri Carmelo, nel 1958, scrisse “Polizia in azione” dove racconta la sua esperienza in quella Polizia. “Ordine Pubblico” per diversi anni fu diretto editorialmente da Camilleri Andrea. Negli anni sessanta fu affiancato dal giornalista Franco Fedeli che accettò la carica di vicedirettore. Nato a Roma nel 1922, Franco Fedeli, a soli diciannove anni, veniva arrestato dall’Ovra per aver manifestato sentimenti antifascisti. Dopo una permanenza in carcere, partecipava attivamente alla lotta di liberazione come vice comandante di una formazione partigiana. È stato componente del Comitato di Liberazione Nazionale. Collaboratore come inviato speciale dei più importanti giornali europei e americani, Fedeli girava tutto il mondo: Africa, Estremo e Medio Oriente, America. Come vicedirettore del mensile prima e direttore responsabile poi portò avanti prefigurando (cosa impensabile per quegli anni) una riforma della Polizia che la smilitarizzava. Gli “irriducibili” del Ministero, ottennero dall’editore di Ordine Pubblico il licenziamento di Fedeli. Eravamo nel dicembre 1976. Dopo un solo mese di silenzio, Franco Fedeli, la sua redazione e tanti amici poliziotti che lo avevano sempre seguito, diedero vita al periodico Nuova Polizia e riforma dello Stato, che in pochissimo tempo riconquistò, e anzi accrebbe, il numero dei sostenitori.
Alla Pol.g.a.i. si conservavano, da sempre, diverse riviste. Oltre a tutti i numeri di Polizia Moderna, erano presenti intere annate di “Ordine Pubblico”. Una sintesi:
Gennaio-Febbraio 1968;
Marzo 1968;
Marzo 1973;
Novembre 1975;
Gennaio 1976;
Febbraio-Marzo 1977
Conoscere il nemico per poterlo battere. Questo si insegnava alla scuola. Per questo si “studiava” anche su riviste simili.
Il Re Nudo novembre 1970
Il Re Nudo dicembre 1970
Durante la festa per il termine della prima parte del corso, gli allievi hanno presentato alle autorità ed ai familiari presenti una canzone da loro stessi composta ed eseguita in memoria della fidanzata dell’agente Marchisella. Un’esibizione registrata dalla saletta di regia della Scuola e gelosamente conservata dal direttore e dal comandante, maggiore Giuseppe Cardigno.
In effetti, l’immagine di questi esponenti della miglior polizia italiana commossi ed impegnati fra le austere pareti di una Scuola militare a cantare e a suonare la chitarra non può non essere rassicurante e rasserenante.
Cosi come è rasserenante che questi ragazzi, future punte di diamante delle Questure italiane, hanno inteso manifestare la loro ” affettuosa riconoscenza verso la popolazione bresciana” donando il proprio sangue al civico ospedale. Un gesto simbolico che racchiude in sé altissimi significati. Perché gli agenti di P.S. – come hanno sottolineato orgogliosamente il dott. Ales ed il maggiore Cardino – “alla società donano la vita e il sangue”.

Il 22 maggio 1975 si svolgeva la cerimonia di fine corso.
Nello stesso giorno terminava anche il 3° corso di polizia giudiziaria per sottufficiali.
Per 60 guardie e 14 Vicebrigadieri, tutti destinati al costituendo Nucleo di Polizia Giudiziaria della Questura di Roma, il corso proseguiva fino al 4 luglio 1975. Le guardie avevano fatto dai 9 ai 11 mesi di corso Pol.g.a.i.

A luglio 1975, alcuni istruttori della Pol.g.a.i si recavano alla scuola di Vibo Valentia per un contribuire ad un corso di addestramento alla Polizia Giudiziaria. Il Dottor Ales con alcuni “polgaini”:
L’1 ottobre 1975 iniziava il 4° corso di polizia giudiziaria riservato a 70 allievi vicebrigadieri che terminava il 30 novembre 1975 Giungevano e poi rientravano alla scuola sottufficiali di Nettuno i seguenti poliziotti.
Dieci di loro, svolsero un particolare addestramento in quanto destinati al nucleo speciale, embrione di quello che sarebbe stato tre anni dopo il NOCS.
“Il Polgaino” ci indica docenti ed istruttori del citato corso
il 21 novembre 1975 iniziava il corso di addestramento per particolare servizio di polizia giudiziaria riservato a 12 guardie di P.S. provenienti dal 1° Reparto Mobile di Torino. Il corso terminava il 18 dicembre 1975.

Un momento del loro addestramento: