Introduzione

Placca di riconoscimento per appartenenti al Corpo delle Guardie di P.S introdotta nel marzo 1947. Allora le placche venivano consegnate gratuitamente solamente al personale permanentemente adibito a servizi in abiti civili. Erano previste analoghe placche anche per i funzionari di Polizia, venivano distribuite al prezzo di Lire 300 e dovevano avere lo stesso numero di quello della tessera di riconoscimento.

Il 1° ottobre 2019 la Pol.g.a.i. di Brescia compirà 54 anni di vita. Nata come scuola di Polizia Giudiziaria, Amministrativa ed Investigativa nel 1965 a Milano è ancora oggi scuola di Polizia Giudiziaria, Amministrativa ed Investigativa. Durante questo periodo, come tutte le grosse “famiglie” ha avuto gioie e dolori, soddisfazioni e delusioni, alti e bassi ma sicuramente ha realizzato, tutti gli obiettivi posti dai suoi fondatori, nonché in anticipo le stesse finalità della riforma di Polizia che ha come uno dei suoi punti fondamentali il conseguimento di un alto grado di professionalità degli operatori di Polizia. Questo grazie alla cooperazione di numerose persone tra le quali molti poliziotti provenienti da tutti gli uffici operativi italiani che sono transitati per questo Istituto o, come docenti o, come corsisti, investigatori che con il loro lavoro, le loro idee ed esperienze, hanno scritto e scrivono buona parte della recente storia investigativa e giudiziaria di questo paese.

La scuola Pol.g.a.i. di Brescia oltre ad aver addestrato decine di migliaia di operatori di Polizia, ha svolto anche un’importante funzione di punto di riferimento per tutte le altre scuole di Polizia, sono infatti più volte partiti da Brescia gruppi di istruttori, che hanno tenuto in tutta Italia vari corsi di aggiornamento. La scuola Pol.g.a.i. di Brescia, come quella di Milano, non si è impegnata esclusivamente nell’attività di addestramento, ma con i suoi Dirigenti, Istruttori ed Allievi ha partecipato, negli anni, a numerosi servizi di Polizia Giudiziaria e di ordine pubblico, ottenendo ampi riconoscimenti ufficiali per la efficienza dei suoi uomini. Il personale direttivo e gli istruttori della scuola hanno inoltre sostenuto intense campagne nelle scuole e nelle varie comunità cittadine e provinciali per la lotta contro gli stupefacenti e per la sicurezza nelle strade. Tutto questo sempre con disciplina ed onore. Questo cercheremo di ricordare a chi, anche per breve tempo, è stato Polgaino, questo cercheremo di raccontare a tutti gli altri. I nostri e vostri ricordi riguarderanno i primi 40 anni della Pol.g.a.i., ci fermeremmo al 2005, promettendovi di aggiungere ogni anno che passa, un anno di vita della scuola. Per entrare nello spirito del Polgaino vi lascio con il discorso di benvenuto che il “padre” della Pol.g.a.i. di Brescia, il Dott. Antonino Ales, pronunciava ai giovani aspiranti investigatori.

Benvenuto Poliziotto

Fin dalle prime organizzazioni sociali evolute dedite alla guerra, alla caccia, alla raccolta di frutta e di erbe, alcune persone particolarmente astute ed intelligenti si specializzarono in un ruolo particolare, lo studio, la conoscenza e la ricerca della verità e della giustizia e del loro effetto sugli uomini. Erano allo stesso tempo, stregoni e sacerdoti, medici e guerrieri, saggi e giudici, parlavano di bene e male, di giusto e sbagliato, di regole e punizioni, non lo sapevano ma erano Poliziotti, avevano lo “spirito” dei Poliziotti, quello stesso spirito che ha sempre accompagnato e ancor oggi anima i migliori di noi.

E allora giovani Poliziotti, benvenuti. Oggi più che mai la Polizia è un ideale, un sogno, una passione per tanti giovani, oggi più che mai è fortissimo il senso di appartenenza, l’orgoglio di indossare la divisa, la permanente vicinanza dei e ai nostri pensionati che si sentono sempre in servizio, oggi finalmente la Polizia non appartiene ai poliziotti, non appartiene al governo, non appartiene ai potenti di turno, è di tutti e per tutti. Sempre più spesso, il cittadino comune di qualunque estrazione sociale e fede politica, nelle quotidiane discussione quando parla di noi ci chiama la “nostra Polizia” quando parla dei colleghi morti dice i “nostri morti”.  Ma non è sempre stato così, e spesso anche per colpa nostra Questo Istituto, in pochi mesi, cercherà di insegnarvi soprattutto a confrontarvi con voi stessi, a capire, voi per primi, se avete le giuste motivazioni, la determinazione e l’attitudine necessaria per svolgere la funzione investigativa che avete scelto, funzione che una volta ottenuta vi impegnerà per una buona parte della vostra vita, probabilmente la migliore. Una attività, che come un grande amore, sarà senza confini di tempo e di spazio, che vi porterà ovunque in qualunque momento, che vi terrà inchiodati in una saletta intercettazioni mentre gli altri festeggiano il natale, che vi farà stare appostati in un campo pieno di zanzare mentre gli altri saranno sdraiati al sole in riva al mare, che vi terrà legati alla vostra indagine mentre gli altri “vivranno”. Vi accorgerete che attorno a voi gli altri baseranno la loro vita su weekend, vacanze e fuga dalle responsabilità; saranno fieri di quanto alcool sanno reggere, di quante donne riescono a portarsi a letto o di quanti successi ottengono le squadre per cui tifano, voi no, voi avrete il vostro lavoro, i vostri colleghi, la vostra operazione, la vostra indagine e solo a compimento di questa riuscirete a vivere pienamente gli svaghi e le vacanze. L’indagine sarà per voi come una amante egoista e possessiva, che non vi permetterà di lasciarla se prima non l’avrete soddisfatta o perlomeno non avrete fatto il possibile per soddisfarla, non accetterà mai di essere tradita e non vi permetterà mai più di dimenticarla. Passerete più tempo con i vostri colleghi che con qualunque altra persona, moglie e figli compresi, vi affiderete e vi fiderete del collega più di chiunque altro, le esperienze comuni vi avvicineranno, creeranno un senso di appartenenza, un gruppo affiatato, completo, unito ed ogni qualvolta che la Squadra avrà bisogno di voi, sarete lì e per nulla al mondo vorreste mancare, a discapito della vostra famiglia e dei vostri amici. Questi a volte vi diranno che siete ingenui, romantici e sognatori, che vi sfruttano e che non potete cambiare il mondo: loro non sanno quanto il vostro lavoro vi faccia sentire importanti, utili e pienamente soddisfatti della vita, loro non sanno che è il lavoro più interessante che ci sia, loro non sanno che il legame di “fratellanza” creatosi non vi farà mai sentire soli. Vivrete e lavorerete come foste una sola persona, sempre fianco a fianco senza temere nulla e nessuno, vi parrà di potere calpestare il mondo e tutto questo con tanta umiltà, consapevoli che per quanto bravi siate è la squadra che vi farà grandi. Poi con il tempo si cresce e ci si divide, si fanno cose diverse, si hanno interessi diversi, ma avrete sempre lo stesso identico spirito, nei momenti del bisogno sentirete lo stesso richiamo, allo stesso modo, nello stesso momento, accorrerete e sarete subito pronti a “combattere” assieme. Sembra magia e forse lo è, ma a molti di noi è capitato. Pensate ai colleghi, speriamo pochi ma sempre troppi, che vedrete morire per questo lavoro, immaginate tutte le facce delle vittime inermi alle quali non saprete dare una risposta, all’amaro in bocca che vi lasceranno i sacrifici, gli ostacoli, le rinunce, le delusioni e le difficoltà che dovrete affrontare. Passeranno gli anni e nonostante quanto appena detto, vi riterrete dei privilegiati e rifareste tutto daccapo perché in Polizia, se conquistate lo spirito del poliziotto, non sprecherete un solo giorno della vostra vita. E allora se in cuor vostro, pensate un giorno, di diventare dei grandi poliziotti, non giratevi dall’altra parte, non lavatevene le mani ma entusiasmatevi e con grinta provateci da subito.

Provateci con onore, che vi impedirà di infierire su gli ultimi, di umiliare gli arrestati, di abusare del potere, di rispettare per essere rispettato, che vi permetterà di stringere la mano a chiunque guardandolo negli occhi con fierezza;

provateci con intelligenza, che vi farà abbandonare i pregiudizi, i percorsi troppo facili, che vi obbligherà a dubitare di tutte le verità assolute e ad ascoltare tutte le bugie possibili, che non vi impedirà di sbagliare ma vi permetterà di capire e fare tesoro dei vostri errori;

provateci con coscienza, che vi farà riflettere e conservare le giuste motivazioni, la determinazione e l’attitudine necessaria per svolgere la delicata funzione che avete scelto, funzione che vi impegnerà per una buona parte della vostra vita, probabilmente la migliore;

provateci con passione, il motore del progresso e del successo, che vi permetterà di apprendere e operare con più facilità e sempre al meglio, di affrontare e superare gli ostacoli e le difficoltà che sicuramente incontrerete;

ma soprattutto, provateci con disciplina, che vi darà la giusta autorevolezza, il necessario equilibrio ed i limiti invalicabili per controllare ed indirizzare positivamente anche i vostri slanci più impetuosi e per non dovere un giorno dire, abbassando la testa, magari ai vostri familiari, ai vostri colleghi, ai magistrati, a voi stessi, mi dispiace.

Un ex investigatore, sempre poliziotto                                                                Antonino Ales

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